tanenbaum ha scritto:
Gli Informatici saranno sicuramente bravi ad accedere il computer oppure navigare su internet, ma vi assicuro che quando si tratta di fare sul serio è ben risaputo che se si vuole il massimo ci si deve rivolgere ad un ingegnere.
[...]
Ad ogni modo non c'è dubbio sulla differenza qualitativa tra un ingegnere e un informatico.
Per farvi un'analogia è come la differenza tra l'ingegnere edile e un muratore senza nulla togliere a quest'ultimo e quindi l'ingegnere si occupa della progettazione ad alto livello mentre l'informatico è il tecnico che si occupa della parte esecutiva dei lavori.
Senza offesa, ma ci hai preso pure una laurea per dire queste baggianate?
Io son un laureato in Informatica (Scienze MFN( alla Sapienza (3+2). Io sarei "sicuramente bravo ad accendere il computer"?
Secondo te un muratore studia 5 anni per mettere uno sopra l'altro i mattoni?
L'informatica (nei primi anni 90 "scienza dell'informazione") è una scienza che nasce dalla matematica, e come tale ne eredita gli studi (millenari) sugli algoritmi, sulla calcolabilità e la matematica discreta (mai sentito parlare di l'algebra di boole?).
Il corso di laurea in informatica si concentra sull'elaborazione dell'informazione, sulla computazione e in generale ti da le conoscenze per risolvere algoritmicamente nella maniera migliore possibile un problema di INFORMATICA, dove il dato (complesso come un xml o grezzo come una stringa bianaria) va "trattato" esattamente come andrebbe trattata l'acqua, la luce o il suono...
Che ad informatica si programmi di più è vero, questo perchè (soprattutto programmando C) oltre a progettare sulla carta un algoritmo ottimo (o quasi), c'è sempre una componente prettamente tecnologica legata al linguaggio che richiede un ulteriore studio sul come implementare l'algoritmo in maniera efficiente (banalmente, minimizzare sprechi di memoria).
Questo tipo di approccio è indispensabile per trattare dati grezzi, come i risultati di rivelazioni di sensori o le coordinate di ogni vertice di un oggetto 3d, quando ogni passo computazionale va studiato e ponderato.
Diverso è il programmare cose standard, come una pagina html o l'invocazione di metodi Java che fanno tutto loro secondo un ordine preciso scritto su un qualche manuale online.
In quel caso la programmazione diventa mettere i mattoni uno sopra l'altro, la scienza viene meno venendo rimpiazzata da migliaia di righe di codice standard da sbolognare a più persone possibile (meglio se malpagate e poco sveglie).
Su questi tipi di software, tra cui spiccano i sistemi informativi, la figura dell'ingegnere (non il laureato, ma quello che fa da ingegnere del progetto, spesso anche un laureato in informatica) mostra il suo valore, analizzando il problema, schematizzando, scegliendo le tecnologie, mettendole insieme fino a creare uno ciclo di produzione che va eseguito "a testa bassa" dai programmatori.
Ho visto in 1000 forum fare l'esempio Architetto/Muratore e in 999 dire che l'informatico è il muratore e l'ingegnere Informatico l'architetto.
A mio avviso l'esempio giusto è questo:
Si può essere l'artigiano che pensa e crea a mano l'armadio da 10000 euro.
Si può essere l'operaio in catena di montaggio che assembra i pezzi dei mobili IKEA.
Si può essere l'ingegnere che progetta la catena di montaggio per l'IKEA.
Tutti e tre "fanno mobili" di mestiere, ma il primo è un professionista, il secondo è un manovale e il terzo è un altro tipo di professionista (e a mio avviso il più lontano dal mondo dei mobili).
Come avrete capito, il primo è l'informatico, il secondo è il programmatore a testa bassa e il terzo è l'ingegnere informatico.
Quindi morale della favola? Quanto vi piacciono i mobili?
ps Il Tanenbaum l'ho studiato anche io per l'esame di Reti...