La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

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La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

Salve a tutti
sono uno studente di ing. informatica. Alla tenera età di 35 anni mi sono iscritto al Politecnico di Torino. Non ho mai lavorato nel campo dell'informatica, ho fatto solo qualcosina a livello hobbistico tipo fogli excel per contabilità aziendale.
Una volta acquisite un po' di competenze vorrei passare a lavorare in questo campo.
Intanto, mentre studio, cerco di capire in cosa potrò impiegare titolo e competenze.
Ci sono dei siti tipo Kioskea che fanno un bellissimo elenco di professioni dell'informatica, distinguendo tra programmatore, analista programmatore e tante altre belle cose. Ma qual'è la realtà?
C'è una persona che ha lavorato come programmatore e che mi ha detto che non aveva neanche mai sentito parlare di questa differenza, che alla fine devi saper fare tutto, cioè programmare, installare, configurare, ecc... e se ti va bene ti pagano un piccolo stipendio (dicasi collaboratore o contratto da operaio).
Quindi questa differenza tra programmatore come persona che scrive del codice e basta e analista, che risolve i problemi dalla a alla z, sarebbe solo teorica.
Chi mi sa dire qual'è la realtà del lavoro nell'informatica?
Non sono interessato solo al lavoro dipendente, se riuscissi a lavorare da autonomo lo preferirei 1000 volte.
Vi chiedo una cortesia, chi avrà la bontà di rispondermi può indicare anche la zona da dove scrive? Lo chiedo perché immagino che ci siano grandi differenze tra le varie zone d'Italia (basta consultare la sezione di questo sito regione per regione) e mi piacerebbe avere la situazione molto chiara.
Grazie a tutti
Cortes
P.s. per i moderatori : non ho duplicato il messaggio, l'ho cancellato da dove l'avevo messo per sbaglio

4 Risposte

  • Re: La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

    Ciao, sono Francesco, Ingegnere Informatico, scrivo da Torino, laureato nel 2007 (specialistica) presso il Politecnico di Torino, alla tenera età di 25 anni. Attualmente sono impiegato presso una software house di Torino e faccio software per il mondo della finanza e la sicurezza informatica a livello aziendale.

    Posso dirti una cosa, la differenza tra programmatore e analista dovrebbere essere netta e chiara a chiunque lavori in questo campo, ma ahimè il tuo amico ha anche molta ragione...almeno qui in Italia (non posso accusare nessuno all'estero perchè non saprei dirti se è vero anche lì) la situazione si presenta così:

    1. Il programmatore è visto come un tuttologo e tutto fare, cioè, deve saper proporre una soluzione ad un problema/quesito, implementare e programmare la soluzione adottata, testare (e ovviamente configurare l'ambiente, sia quello di sviluppo che quello di produzione) e molte volte anche scrivere i vari manuali di installazione o utenti.

    2. L'analista tecnico dovrebbe essere colui che date delle specifiche funzionali, deve tradurle sotto forma di specifiche tecniche, decidere l'architettura software e l'ambiente e l'imfrastruttura su cui bisogna lavorare. Questa figura praticamente in Italia non esiste (forse solo nelle grandissime realtà, tipo io la vedevo quando lavoravo in Motorola). Adesso viene svolta anche dal programmatore.

    3. L'analista funzionale: traduce le esigenze del cliente in specifiche funzionali, guida l'analista tecnico nelle sue scelte, e normalmente fa anche da Tester (anche se teoricamente il Tester dovrebbe essere una figura a parte, fuori dal team, che non ha idea di come sia fatto il software. tranne che sapere solo quali sono le sue funzionalità, e quindi vedere il software dall'esterno come una scatola nera che interroga in tutti i modi possibili ed aspettarsi che ritorni i risultati attesi). Cmq, il Tester ormai è ricoperto dall'analista funzionale o dal programmatore, ma non è completamente vero che l'analista funzionale non esiste. Anzi ancora è una di quelle figura che tiene il suo campo e ruolo e la sua importanza all'interno di un team. Questo però non esclude che in piccole realtà di poche decine di persone, anche questo ruolo venga coperto da chi si occupa anche di programmare il software.

    4. Tutto il managemant: dal project manager ai vari manager del settore o area aziendale .... beh, lì siamo su un'altro settore ed è meglio che per adesso non specifichiamo altro, ma probabilmente capirai che si occupano di tutt'altro tranne che la programmazione.

    Cmq, discorsi a parte, vedi un pò tu ... se ti interessa la programmazione, ti conviene cambiare facoltà....tipo Informatica e non Ingegneria Informatica. In Ingegneria non ti insegnano a programmare, ma a progettare, pianificare, gestione costi e team e analisi, ma più di quella funzionale che tecnica. Se hai la passione per la programmazione, o passi ad Informatica, o basta anche imparare qualche linguaggio serio (che non è ovviamente quello di programmare un fogio excel), se ti dovessi consigliare, tantissimo C e C++ e poi il resto lo impari in una settimana ognuno (da C# a Java e via dicendo).

    Una cosa di cui mi sono reso conto in questi anni è che gli anni che passi all'università li puoi coprire moltissimo con l'esperienza...cioè, se ti impegni, 5 anni di università e 5 anni di lavoro nello stesso settore sono equivalenti (certo l'università ti da qualche nozione in più, ma se calcoli che potresti anche uscire fuori corso, come potresti anche perdere qualche anno per imparare lo stesso con l'esperienza, allora ti accorgi che sei alla pari).

    Spero di averti dato qualche dritta ... se ti serve altro, chiedi pure!

    Ciao,
    Francesco
  • Re: La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

    Cmq non ti spaventare .... la cosa bella di questo lavoro è che puoi lavorare ovunque vuoi, anche stando perennemente in spiaggia. Io mi sto facendo una piccola clientela, lavoro la mattina in ufficio e continuo la sera con progetti miei propri, sperando un giorno di essere così forte da potermi mettere in proprio. Arrivato a quel punto mi compro una villetta al mare in Jamaica bevanda al cocco jamaicana con la palma che mi sventola pc, connessione ad Internet e vai col liscio (e ti assicuro che è fattibilissimo visto che ho lavorato con molte persone in privato senza mai incontrarne una di persona).
  • Re: La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

    Grazie, Francesco
    sei stato molto chiaro e mi hai dato una conferma molto precisa delle varie informazioni che sto raccogliendo.
    Prima di optare per Ing. Informatica ho preso in considerazione anche la facoltà di informatica, ma ho dovuto scartarla perché non è disponibile in nessuna università in modalità a distanza (abito a Sondrio), infatti sono iscritto a Ing. Informatica col Nettuno.
    Sei stato veramente incoraggiante soprattutto con l'ultima parte del mail anche perché il mio obiettivo principale è quello: telelavorare e vivere in un Paese dove anche 500€ sono uno stipendio da re.
    Al momento sto marciando spedito con gli esami, ne ho fatti 6 tra cui info 1 e 2, sul C, sto preparando algoritmi e sto cominciando a vedere qualcosa di altri linguaggi per conto mio, anche se devo ammettere che parto proprio da zero.
    Non mancherò di romperti ancora le scatole visto che anche tu hai fatto ing. informatica al Polito, magari per qualche dritta su materiali ed esami.
    Grazie ancora
    Luciano
  • Re: La vita del programatore (le professioni dell'informatica)

    Secondo me se vuoi fare il programmatore e ti piace l'informatica devi iscriverti alla facoltà di informatica, no a quella di ingegneria.
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