Si può lavorare come programmatori senza laurea?

di il
22 risposte

Si può lavorare come programmatori senza laurea?

Un saluto a tutti, e complimenti per questo bel forum, ricco di tanti consigli e spunti interessanti. Forse è un argomento trito e ritrito, ma vi scrivo per chiedervi qualche consiglio/suggerimento, perche sono arrivato a una situazione in cui non so piu, come si dice dalle mie parti, "che pesci prendere"(e dal mio nick forse si intuisce, anche se sarebbe stato piu appropriato "universitario fallito", e vi chiedo scusa anzitutto per la lunghezza.

Mi chiamo Armando, ho 20 anni (21 a novembre), e vi scrivo da Napoli. Mi sono diplomato nell'estate del 2019, ultimo anno di "normalità" pre-Covid, come ragioniere programmatore (che ora si chiama "Amministrazione, Finanza e Marketing, articolazione Sistemi Informativi Aziendali"), con 95/100.

Mi sono iscritto poi per l'anno accademico 2019/2020 alla Federico II alla facoltà di ingegneria informatica, e qui, dopo aver dato alcuni esami tra cui analisi, mi sono arenato a un esame del primo anno (Fisica Generale 2), ripetuto varie volte e sempre bocciato.

Non so se abbian potuto influire anche il fatto che per mantenermi agli studi dovevo lavorare (cameriere prima della pandemia, poi consegne con Glovo e Just Eat), o il fatto che sono meno intelligente di quello che pensavo.

La cosa mi ha destabilizzato tantissimo, a livello mentale ed emotivo, tanto da dovermi rivolgere al servizio di supporto psicologico messo a disposizione dall'università, ma diciamo che sto seriamente pensando di lasciare e preservare la salute.

Ora la domanda che vi faccio è questa: si può entrare nel mondo del lavoro, in ambito di programmazione, senza una laurea?

Se la stessa domanda la faccio ai miei compagni di corso, molti dei quali si sentono gia la reincarnazione di Steve Jobs, mi dicono tutti che "senza laurea nemmeno prendono in considerazione il curriculum". Di fatto, di sviluppatori che lavorano senza la laurea ne conosco diversi.

Io avevo pensato di integrare le conoscenze scolastiche (poca roba, qualcosa di SQL, C, C++), con un master post diploma o un corso di formazione professionale di Java con qualifica Oracle o della Regione (ne ho trovati entrambi).

Intendiamoci, sono ben cosciente che senza laurea probabilmente non farei carriera, ma la domanda è: "almeno sono in grado di lavorare (come sviluppatore)?"

L'alternativa è sfruttare l'altro ramo del diploma, ovvero quello economico-contabile, e fare gavetta presso qualche studio di commercialista a fare fotocopie, nella speranza che mi assuma, probabilmente part time, per farmi lavorare a nero full-time, oppure continuare a fare consegne e ,quando la situazione Covid tornerà un minimo alla normalità, tornare a lavorare extra nei ristoranti.

Diciamo che il ramo informatico è quello che mi interesserebbe di piu, (e dove a scuola andavo anche meglio, se avessi fatto l'indirizzo tradizionale di ragioneria, probabilmente il 95 non l'hai preso, ma qualcosa di meno, perche economia aziendale pur essendo bravo, non la studiavo con la stessa passione di informatica), ma mi pongo tanti dubbi: se mi è venuto un esaurimento nervoso per un esame che non riesco a superare, riuscirei a essere un buon sviluppatore, capace di proporre soluzioni, senza farsi prendere dallo sconforto e buttare per terra il pc?

Scusate per lo sfogo, e grazie a chiunque vorrà rispondermi per qualche parere/consiglio.

22 Risposte

  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Se la stessa domanda la faccio ai miei compagni di corso, molti dei quali si sentono gia la reincarnazione di Steve Jobs, mi dicono tutti che "senza laurea nemmeno prendono in considerazione il curriculum"
    Steve Jobs creò un impero tecnologico senza necessità della laurea.
    Se un'azienda cerca uno sviluppatore capace su una determinata tecnologia è interessata alle sue reali competenze ed esperienze.
    Tra uno sviluppatore perito informatico con gli attributi e un neolaureato senza esperienza dubito che scelga il secondo.
    Se l'azienda vuole formare la persona allora probabilmente preferirà il secondo.
    A parità di capacità e competenze l'azienda preferirà il secondo.

    Guarda le offerte di lavoro pubblicate su questo sito e potrai farti un'idea di cosa richiedono le aziende.

    Detto questo, se fossi della tua età e avessi le possibilità per farlo, continuerei il percorso universitario.
    Se ingegneria è troppo complicata opterei per altre facoltà sempre nel settore informatico.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Ora la domanda che vi faccio è questa: si può entrare nel mondo del lavoro, in ambito di programmazione, senza una laurea?
    Ovviamente SI'

    Per inciso tra tutti quelli che conosco personalmente (ne conosco anche altri esteri, ucraini, russi, un americano e un tedesco) l'unico che reputi al mio livello (chiaramente nel mio ambito di lavoro) è ... un ragioniere.

    Perfettamente in grado di asfaltare professori universitari, ordinari di politecnici o quello che si vuole, senza battere ciglio.
    Tra tutti i tuoi professori (materie informatiche) e lui... vincerebbe lui (e io in realtà senza battere ciglio.

    Versione breve (cosa si sussurrava tra noi studentelli nella mia università)
    chi sa fare, fa
    chi non sa fare, insegna
    chi non sa insegnare, amministra
    chi non sa amministrare, fa politica.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Se non hai la 'forza di volonta'' per affrontare e portare a compimento un esame, come pensi di poter affrontare il mondo dello sviluppo software dove, all'inizio, dovrai risolvere rogne'?

    Ti conviene optare per lavori meno 'impegnativi' (donna delle pulizie)

    Oppure iniziare a darti da fare SERIAMENTE e con CONVINZIONE.
    Se un esame/lavoro non va, ci si rimbocca le maniche, si abbassa la testa, e ci si mette PIU' IMPEGNO.

    NON ESISTE un esame che una persona 'dal normale quoziente intellettivo' non possa superare.

    I tuoi (futuri ex) compagni hanno ragione!
    Il fatto che qualcuno senza laurea realizzi software rientra nella casistica di poter campare acquistando solo gratta e vinci: esiste sicuramente al mondo qualcuno che ci riesce.
    Ma TU ci riesci?

    Come ha detto Toki:

    - tra un diplomato con competenze e un neo laureato, ilprimo (ma va)
    - tra un neodiplomato e un neolaureato, ilsecondo
    - tra un diplomato con competenze e un laureato con competenze, ilsecondo
    - tra un diplomato con competenze e un neulaureato su argomenti che nessuno dei due conosce, ilsecondo.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Non pensavo di raccogliere consigli cosi eterogenei.

    Un appunto però a Migliorabile lo.voglio fare, il.cui.commento mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca...l'impegno c'entra poco. Per questo esame le mie sessioni di studio sono state alla pari di una giornata di lavoro cinese (anche 10/12ore) e l'ho gia dato 5 volte, necessitando del supporto di uno psicologo.

    Forse non sono all'altezza di una facoltá come ingegneria, la terza scelta infatti (perche la seconda è proprio abbandonare l'università che mi ha tolto la gioia di campare), è valutare una facoltà affine.

    Dire che lo studio, di una qualsiasi facoltà, sia alla portata di tutti, è come dire che il.covid non esiste.
    Ogni persona ha una propria inclinazione, chi per studi umanistici, chi per studi scientifici, chi per lo studio non è proprio portato.
    Dal primo al quinto anno ho potuto verificarlo coi miei occhi, dato che a ragioneria di compagni di classe ne ho persi diversi per strada.

    Uno, bocciato al primo anno, si è iscritto poi al.classico, e si è diplomato con100,per la serie che c'è ancora chi sostiene che I tecnici.siano una passeggiata e solo I licei siano fatti di "studio matto e disperatissimo" leopardiano. Questo ragazzo evidentemente amava piu studiare Kant che bilanci e software applicativi di partita doppia, e infatti da quanto ne so, si è iscritto a filosofia.

    Un altro, bocciato al secondo anno, ha lasciato la scuola e si è messo a fare l'apprendista meccanico, ora lavora felicemente stipendiato in un'officina, e, a 18 anni, ha espresso la volontà di prendersi al.serale la qualifica professionale di meccanica.

    Secondo te queste persone, si sarebbero potute laureare in ingegneria o fisica, o il meccanico stesso a fare il classico e poi Lettere o Filosofia? Credo di no.

    Il mondo è bello perchè è vario, non dimentichiamocelo mai. Se non devo sentirmi in grado di fare lo sviluppatore perche non riesco a passare un esame di fisica, ben venga, ci metto una pietra sopra, e le pulizie le vado a fare con piacere, perche è sempre un lavoro onesto, di certo non vado a fare il "pusher" a Scampia.

    Forse ho un quoziente intellettivo basso, ma sull'impegno profuso, che a Napoli chiamiamo "o sang i'ttat" e tutto.cio.che ne è conseguito in termini di spirale depressiva, lo so solo io, e sinceramente tra una laurea e la salute, se pure la laurea fosse "condicio sine qua non" per fare lo.sviluppatore, preferisco sempre la salute.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Universitario_deluso ha scritto:


    Ora la domanda che vi faccio è questa: si può entrare nel mondo del lavoro, in ambito di programmazione, senza una laurea?
    Nei termini in cui hai posto la domanda, la risposta è senz'altro SI, e te lo posso confermare per diverse ragioni.

    Innanzitutto, io stesso non sono laureato ma faccio ugualmente questo lavoro, che ho sempre voluto fare, e da più di vent'anni. Mi tengo aggiornato, partecipo alle community, mi iscrivo a conferenze, propongo dei talk, tengo viva la curiosità e sperimento nuove cose, in breve lo faccio con passione e credo che sia proprio questa la caratteristica principale da dover analizzare nella propria persona per comprendere se si vuole realmente fare questo mestiere, ovviamente con tutto quello che comporta: ore e ore al PC davanti a uno schermo, leggere manuali, documentazione, ecc.

    Nella mia azienda, abbiamo assunto nel corso del tempo tre persone che in quel momento non erano laureate, ma nonostante ciò, pur avendo un'età molto giovane, con un ovvio affiancamento formativo, relazionamento diretto con i clienti e un percorso di evoluzione, sono diventate tranquillamente capaci di svolgere il proprio lavoro in modo autonomo (chi più chi meno in verità, ma ciò dipendeva più da attitudine personale piuttosto che dal percorso di studio o dal livello raggiunto in questo senso).

    Cosa voglio dirti in breve? Che se vuoi programmare, le risorse a disposizione ce le hai, e vista l'età anche il tempo: è ovvio che l'assenza di una laurea ti pone in svantaggio rispetto a chi la possiede, ma è anche vero che la richiesta di persone da inserire in organici per lo sviluppo di software oggi giorno è (fortunatamente) abbastanza elevata da poter includere qualcuno che, al netto del titolo di studio, si dimostra capace, interessato, un minimo informato e desideroso di "fare".

    Certo, a volte ci sono aziende che non transigono sui titoli, altre invece pongono requisiti del tutto inapplicabili (es. esperienza di tot anni su un framework uscito più recentemente), quindi bisogna avere anche un po' di fortuna, però cercando attentamente credo che un posto in una software house che possa darti fiducia (se hai le caratteristiche sopra, si intende) e nella quale tu possa fare un percorso di crescita, anche iniziale, credo non sia impossibile da trovare.

    Tutto sta anche a ciò che vuoi fare tu. Vuoi programmare? Cosa ti piace fare nello specifico, backend, frontend o entrambi? Conosci già qualche linguaggio di programmazione? Conosci qualche paradigma (es. OOP, programmazione funzionale) o principi cardine (es. SOLID)? Hai sviluppato qualcosa di tuo? (magari mettendolo su GitHub per farlo visionare a chi dovrebbe assumerti).

    Le domande appena poste servono per dire, in conclusione, che la laurea non serve ma essendo appunto questo un elemento dirimente in molte selezioni, se vuoi conquistare un posto devi far risaltare il tuo interesse, la tua passione e la tua intraprendenza nell'acquisire quell'esperienza pratica che potrebbe spostare verso la tua persona l'ago della bilancia di fronte a quelle persone che all'apparenza magari sembrano più qualificate (per mero titolo di studio) ma che in realtà non lo sono.

    Ciao!
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    My 2 cents: il problema risiede nel sistema che usano le aziende per selezionare. Le più grandi hanno un proprio reparto R.U. (HR), le medie e piccole si appoggiano ad agenzie esterne più o meno valide. Se chi deve far coprire una posizione ritiene (a torto o a ragione) che ci voglia un laureato, farà mettere nei requisiti la laurea. Gli uffici R.U. "pescano" tra i curricula ricevuti e stilano una lista di probabili candidati. Se chi fa gli elenchi si limita a fare un filtro meccanico, il tuo curriculum senza laurea finirà negli scarti. Le agenzie esterne neanche ci pensano a leggere i curricula, se riempi la checklist passi, altrimenti -> cestino.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Questione materie.
    Gli esami universitari sono ontologicamente facili.
    Sono i primissimi corsi per sbarbatelli, con docenti generalmente di infimo livello.
    Dunque perché si fallisce?
    Per vari motivi.
    Una è inclinazione o talento.
    Sono un informatico da 34 anni e asfalto tutti i giorni professori di ogni genere, senza alcuno sforzo.
    Ho un QI misurato di 143.

    Eppure non so cucinare.
    Si preferisce il cibo dell'ospedale al mio (penso sia chiaro).
    Perché?
    Perché non mi interessa, non mi è mai interessato, lo faccio solo quando costretto.
    Ammiro masterchef come fosse fantascienza, eppure ho fatto studi certamente più lunghi e difficili.

    Versione breve: non siamo tutti uguali, è sciocco pensarlo
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    +m2+ ha scritto:


    misurato di 143
    Ottimo!

    Ora metti a posto il righello
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Weierstrass ha scritto:


    +m2+ ha scritto:


    misurato di 143
    Ottimo!

    Ora metti a posto il righello
    Serve più un tacheometro
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    +m2+ ha scritto:


    Questione materie.
    Gli esami universitari sono ontologicamente facili.
    Sono i primissimi corsi per sbarbatelli, con docenti generalmente di infimo livello.
    Dunque perché si fallisce?
    Per vari motivi.
    Una è inclinazione o talento.
    Sono un informatico da 34 anni e asfalto tutti i giorni professori di ogni genere, senza alcuno sforzo.
    Ho un QI misurato di 143.

    Eppure non so cucinare.
    Si preferisce il cibo dell'ospedale al mio (penso sia chiaro).
    Perché?
    Perché non mi interessa, non mi è mai interessato, lo faccio solo quando costretto.
    Ammiro masterchef come fosse fantascienza, eppure ho fatto studi certamente più lunghi e difficili.

    Versione breve: non siamo tutti uguali, è sciocco pensarlo
    Complimenti! ma non ho capito una cosa, alla fine la laurea l'hai presa o no?

    Riguardo il tuo discorso son pienamente d'accordo, infatti, ad Analisi ho preso 24 al primo colpo (e c'è tanta gente che lo passa, se lo passa alla 3°/4° volta con 18), a "Fondamenti di informatica" 28. Erano esami che mi piacevano di piu.

    Ma fisica, pur studiando parecchie ore al giorno, da mesi, non va. Non è l'impegno che manca, come suppone Migliorabile. Probabilmente se aprissi un libro di diritto privato della mia ragazza che studia Legge, non arriverei nemmeno alla seconda pagina.
    di arrivare, sono arrivato a prendere la valeriana per dormire e fino a qualche mese fa anche durante il giorno, perchè mi era venuta un'ansia assurda con cui convivevo tutti i giorni (roba mai provata, nemmeno sotto l'esame di maturità).

    La laurea può essere importante, ma nopn può venir prima della salute. Se non posso fare l'informatico senza laurea, perche sarei visto l'ultima ruota del carro, va bene, vado a fare il ragioniere sottopagato, o torno a fare il cameriere, anche se l'informatica mi interessa molto di piu, ma di certo non posso arrivare all'esaurimento nervoso.
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    @universitario

    Hai sbattuto la testa contro un esame ostico. E' perfettamente normale quello che provi e ci sono passati quasi tutti.

    Lascia un attimo da parte quell'esame e fai altro. Magari valuta il passaggio a Informatica, che tanto una laurea STEM vale come qualsiasi altra.

    Per Fisica 2 vedi se c'è qualcuno che l'abbia già passato che può farti ripetizioni

    Quello che non devi fare è mollare tutto e cercarti giustificazioni per farlo, che hai solo vent'anni e comunque le capacità ce le hai (hai passato analisi)
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Universitario_deluso ha scritto:


    Complimenti! ma non ho capito una cosa, alla fine la laurea l'hai presa o no?
    Ma certo che sì, la mia matricola ha tre cifre, a quel tempo c'era concorso internazionale per titoli ed esami per essere ammessi.
    Ma non serve praticamente a nulla, nel mio caso è essenzialmente indispensabile per motivi "estetici"
    (non è "bello" andare a pigliare a calci in culo un ordinario, senza neppure la laurea. Sì lo so, il mondo
    è ingiusto, ma è così. Ho trovato gente (anche simpatica) laureata in scienze politiche incaricata dei miei stessi lavori. Fai te...).
    Se non posso fare l'informatico senza laurea
    Ma CERTO che puoi.
    CHIUNQUE può fare l'informatico.
    Non è come il medico, il dentista, l'architetto o che so il commercialista, dove esistono degli
    albi e dove la laurea è obbligatoria.
    Ma fisica, pur studiando parecchie ore al giorno, da mesi, non va.
    Solitamente ci sono vari problemi
    Il primo è che è insegnata quasi sempre malissimo.
    Non come un mezzo per risolvere problemi, ma come un "qualcosa" che non serve a nulla, un rito di passaggio.
    Qui ebbi una gran fortuna: mi ritrovai con un compagno di studi di Rubbia (!), un decano dell'università di Bologna che ha insegnato Fisica a generazioni di studentelli, i cui libri di eserciziari sono "la bibbia" da oltre trent'anni EDIT: sono ormai quasi 40, il tempo vola!

    Inoltre una gradevolissima persona, talmente al di sopra del livello medio da non dover tirarsela.
    Parlandoci sapevi già che O avevi un Nobel sulla parete, O dovevi abbassare lo sguardo, eppure non lo faceva pesare affatto.
    Fu preside della facoltà etc.etc.

    Ebbene posso menzionare i due esercizi che composero il mio esame, tanto per capire "come" insegnare cambia tutto.
    Meccanica: calcolo del decadimento dell'orbita di un satellite artificiale.
    Termodinamica: calcolo della probabilità che un meteorite lanciato contro la Terra arrivasse sulla superficie.

    Nota bene: entrambi i problemi richiedono la soluzione, come frequentissimo in fisica, di due equazioni differenziali.
    Ma, a quel tempo almeno, si facevano DOPO, l'anno successivo.
    Quindi lo studente sbarbatello doveva spremersi le meningi per risolvere problemi che NESSUNO gli aveva proprio insegnato (in realtà problemi facili, anzi elementari).
    Perchè la ratio era proprio questa: usa la testa e risolvi il problema, qualunque esso sia, non ripetere a pappagallo le 4 cavolate fatte a lezione.

    ALLORA sarai un fisico.

    Se non ricordo male (a memoria, è passato 1/4 di secolo) nell'appello precedente calcolare quanta acqua deve bere tizio dopo che ha corso per un tot su una certa spiaggia

    Insomma Fisica come metodo per risolvere problemi concreti, e non formulette da imparare.
    In quel caso imparai (se non erro) 107 dimostrazioni, cioè tutte, una per una, coi Level 42 in sottofondo.
    Era un periodo diverso, dove si dava per scontato, ovvio e naturale che lo studente imparasse non si sa come tutto quello che gli serviva, anche e soprattutto se non insegnato.
    Nessuno insegnava inglese, eppure avevano professori addirittura gallesi (e penso dica tutto).
    Non sapevi l'inglese e ancor meno il gallese?
    E' un tuo problema, risolvitelo da solo!
    ======
    Come si fa ad eliminare l'ansia da esame?
    Semplice: innanzitutto la consapevolezza che l'esame è facile.
    Sì, è facile.
    Poi con un metodo tipico da informatico: esaustione più branch and bound e divide et impera.
    A quel punto sei CERTO che non sarai bocciato, e il punto sarà solo stabilire il voto.
    Con questa CERTEZZA andrai rilassatissimo.

    Come si fa in concreto?
    Posso raccontare come facevo io, probabilmente altri avevano differenti approcci.
    Magari dopo Beautiful lo scrivo, in fondo è banale
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    Mio "metodo di studio", via allo spiegone.

    0. gestione dell'ansia
    Se sei SICURO di essere promosso, la tua ansia (che pur resterà) sarà del tutto gestibile.
    Passerà da livello 10 (panico) a 2 (sveglio un'oretta prima del solito il giorno dell'esame).
    A memoria per il primo esame stavo male da una settimana prima della data fatidica,
    poi 4 giorni, poi 3 giorni, poi 2 giorni.
    Gli ultimi esami risentivo un po' di tensione quando mi mettevo in auto, la mattina stessa.
    Perchè, avendone già dati a decine, ero sempre più sicuro di me, sempre meno in preda alle "paranoie"

    Come si vince l'ansia?
    Con la sicurezza.
    Come si costruisce la sicurezza?
    E' facile, in realtà

    1. preparazione psicologica
    l'esame è facile. è oggettivamente facile. si tratta di uno dei primi corsi, quindi con banalità.
    esattamente come i problemi del primo anno delle superiori, o perfino delle medie, sembravano difficili (in quel momento).
    in realtà sono facili: penso che chiunque lo riconosca.

    dunque la preparazione psicologica è fondamentale: se parti già con
    "oddio è troppo difficile, non ci capisco niente, è arabo, non riuscirò mai"
    non andrà bene.

    mi è capitato un paio di volte, ad esempio in un esame in cui, nell'appello prima del mio,
    bocciò tutti, e sottolineo tutti, allo scritto.
    all'orale non ci arrivò nessuno (oggi chiamerebbero il telefono azzurro)
    lì, devo ammettere, una certa apprensione mi venne
    però era l'esame che oggi credo si chiami informatica teorica, IV anno, non certo uno degli esamini del biennio.

    2.andare a lezione
    qui faccio il cuttone

    3.errori classici da evitare
    Ci sono degli antipattern devastanti.

    Il primo è NON seguire la sequenza giusta

    teoria->esercizi->esami

    Spesso si parte con "intanto provo a fare gli esami, poi magari faccio qualche esercizio,
    poi se mi resta tempo studio la teoria, che è pallosissima".

    Tentare
    esame->esercizi->teoria o altre variazioni è una perdita di tempo


    4.la teoria
    Qui divide et impera, e branch and bound.

    Inutile andare avanti a casaccio, studiando quello che ci piace, e tralasciando quello che non ci piace.
    Va fatto IL CONTRARIO.
    Meno ci piace un argomento, PIU' va studiato
    Come mi preparavo per la teoria

    Su foglio a quadretti segnavo TUTTI gli argomenti da conoscere, dal primo all'ultimo,
    confezionato su quelli fatti a lezione.
    Nel caso di Fisica "old style" erano a memoria 107.

    Qualcuno era breve, qualcuno era lungo.
    Qualcuno facile, qualcuno meno facile.

    Comunque li ho scritti tutti.

    Poi ho iniziato da primo, vedendo se ero in grado di fare perfettamente la dimostrazione.
    Se sì (cioè andavo liscio) mettevo +, sennò -.
    Passavo al successivo, fino a coprire l'intero elenco.

    A questo punto avevo una serie di argomenti che conoscevo bene, e altri che non sapevo o magari conoscevo, ma non in modo brillante.

    Seconda passata: studio e rimostrazione di tutti i punti col -, dal primo all'ultimo.

    Alla seconda passata avevo quasi tutti +, e ancora un po' di -

    Terza passata: di nuovo studio e ripetizione e dimostrazione dei -, fino a farli diventare tutti +

    logica: studia quello che NON sai, più che ripassare quello che sai!

    Quarta passata: si ricomincia da zero, per tutte e 107 le dimostrazioni.

    La sai perfettamente? +
    No? -

    Attenzione, in questa fase un po' dei "+" della prima passata diventano "-", perchè... ci si dimentica.
    Dunque si avrà, di nuovo, un elenco di + e -

    Riparte l'algoritmo sui "-", cioè di nuovo ripetere e studiare gli argomenti più ostici.
    ------
    Di nuovo si riparte da zero, fino a quando sono tutti "+", cioè sai tutte le 107 fottute dimostrazioni dall'inizio alla fine, come un assistente del professore

    A questo punto sei matematicamente certo che l'esame lo passerai.
    Perchè sai tutto, ma proprio tutto.

    5 errori classici da evitare: il buco
    Un altro classicissimo è evitare certi argomenti, perchè "sono difficili", "non li chiede mai", "è un kran kasino".
    Murphy colpirà immancabile e te li chiederanno tutti.
    MA, soprattutto, demolisce la tua armatura anti-ansia.
    SAPERE di avere delle LACUNE farà sì che non andrai sereno e pacifico.
    SAPERE di "saperle tutte", in realtà, farà aumentare la tua sicurezza di un fattore enorme

    6. la storia, o il trainig autogeno
    Se, nonostante tutto, si accusa una certa tensione, bisogna rifarsi alla propria storia.
    Ai propri successi.
    Ho già dato esami difficili quanto questo, e li ho passati.
    Anzi (chiaramente più avanti) ne ho dati a decine.
    Quindi so già che passerò pure questo, anzi farò un figurone.

    Quando Nadal scende in campo a giocare pensi sia teso?
    Di sicuro, se incontra che so Djokovic.
    Ma dovesse giocare contro di me (=situazione esamini del biennio) potrebbe farlo in pigiama
    con le ciabatte,giocando con la destra e tenendo nella sinistra un cono gelato.

    Quello è il tuo obiettivo mentale da raggiungere: so che vincerò


    -----
    Ora inizia la parte di esercizi.
    La teoria la sai, dunque via a fare TUTTI gli esercizi del libro di testo.
    TUTTI, dal primo all'ultimo
    -----
    A questo punto penso sia chiaro lo step successivo.
    Si prendono gli esami vecchi, e si prova a farli.
    Li sai fare? Passi oltre.
    NO? Perchè no? quali argomenti non ti sono chiari?
    E via di nuovo a
    * rifare la teoria
    * rifare gli esercizi
    * rifare gli esami

    ------
    Quando andrai all'esame, nella situazione ideale,
    - saprai tutte le dimostrazioni e tutta le teoria
    - saprai fare ogni singolo esercizio del libro
    - saprai fare ogni singolo esame precedente.

    A quel punto il livello di ansia sarà praticamente azzerato.
    Certo può capitare la sfiga, può capitare di non ricordare più qualcosa, puoi fare un errore stupido.
    Ma, di sicuro, il 18 lo porterai a casa.
    Anzi, normalmente la questione sarà tra 28 e 30 e la lode a seconda dei casi
    ===========
    Come si fa per pianificare il tempo?
    Semplice, calcolando i prevedibili imprevisti, le pause, i recuperi, e la stanchezza mentale.

    Personalmente non riuscivo a studiare ininterrottamente a lungo, l'attenzione calava dopo un po'.
    Dunque facevo due sessioni al mattino di 45 minuti più 15 di pausa, e 3 al pomeriggio.

    Quindi
    10:00-10:45 studio
    10:45-11:00 riposo
    11:00-11:45 studio
    (fine studio mattutino, pranzo, Beautiful)

    14:00-14:45 studio
    14:45-15:00 riposo
    15:00-15:45 studio
    15:45-16:00 riposo
    16:00-16:45 studio
    (fine giornata)

    =========
    Poi c'è l'organizzazione sul medio periodo.
    Tipicamente per studiare un esame medio consideravo sui 30 giorni.
    Se ci sono 100 dimostrazioni, allora ci vogliono 20 giorni effettivi,
    più 5 recuperi, e 5 imprevisti.
    Succede, infatti, di non poter studiare un certo giorno.
    O che qualcosa proprio è più difficile, dunque ci vuole più tempo, più "passate".
    Questo va tenuto in considerazione.


    Pertanto 100/20 = 5 dimostrazioni al giorno
    Ogni 3 giorni circa 1 giorno di recupero/ripasso o di non-studio
    ==========
    Poi un 10 giorni di esercizi e 5 per gli esami.
    Totale 45 giorni da inizio a fine, COMPRESI i recuperi e i giorni persi

    Certamente in alcuni casi la situazione era più complessa (tipo quelli con teoria, prove teoriche scritte, elaborati, scritto, orale) ma per il "combo standard" scritto-orale (esami di tipo matematico)
    questa era grosso modo la mia routine.
    Con eccezioni, tipo l'esame di economia aziendale che studiai in 4 viaggi in treno, in due giorni.
    Ma, a quel tempo, erano considerati non-esami, praticamente come un'idoneità di inglese.
    Non c'erano equazioni differenziali, e dunque erano banali (e lo penso tutt'oggi)

    CHICCA FINALE
    Il ricevimento.
    Se, per qualche insondabile motivo, restano dei punti oscuri, tipicamente esami dove la soluzione appare magicamente non si sa bene come, la risposta era (adesso col Covid non so)...
    PRENDI APPUNTAMENTO E VAI A PARLARE col docente.
    Ti spiegherà i passaggi voodoo che, nonostante tutti gli sforzi, magari ti son rimasti.
    Inoltre questo è bene per l'orale, c'è caso che si ricordi e abbia un occhio di riguardo, se sei andato con problemi veri e non con cazzatelle.
    A me una volta capitò, invece di interrogarmi partimmo insieme su una gran discussione su un errore suo che gli avevo fatto notare (con tatto e cautela ovviamente) a ricevimento

    Risultato concreto?
    Mai bocciato.
    Mai rifiutato un voto.
    Buttavo via tutti i libri e gli appunti nel bidone davanti al bar sulla strada del ritorno verso la stazione


    Versione breve.
    Vuoi fare l'informatico? Approccia il problema dei tuoi esami come farebbe un informatico.
    Dividi un problema difficile in sotto-problemi più facili.
    Valuta quanto conosci di questi problemi.
    Risolvili tutti, l'insieme delle cose da sapere è finito, quindi ontologicamente ricorsivamente enumerabile
    Metti in conto assolutamente i problemi che sicuramente capiteranno, i "prevedibili imprevisti"
  • Re: Si può lavorare come programmatori senza laurea?

    X +m2+ complimenti per il post
Devi accedere o registrarti per scrivere nel forum
22 risposte