fulviot66 ha scritto:
Amici,
mi sembra che qualcuno di voi si sia lasciato prendere un po' la mano.
La creatività è arte e l'arte non conosce regole. Non ammette regole di nessun tipo.
Noi programmatori siamo costretti a rispettare anche la più piccola regola per la dichiarazione di una semplice variabile, quindi chi vogliamo prendere in giro?
Sono d'accordo con voi su quanto detto per la progettazione di interfacce grafiche e magari per la scelta dei nomi dei metodi, ma per quanto mi riguarda la programmazione è unicamente una stesura di codice secondo rigidi paradigmi che tutto possono essere chiamati fuorché creativi.
Naturalmente questa è solo la mia personale opinione.
Stai dicendo sciocchezze!
1) la scrittura del codice e' lo STRUMENTO, NON LO SCOPO.
2) gli strumenti VANNO USATI SECONDO LE REGOLE per cui sono stati pensati: un martello lo tieni per il manico, NON per la tesa, solo perche' vuoi essere creativo, e lo usi per inchiodare i chiodi, NON per martellarti le dita o acquistare il biglietto dell'autobus, giusto per essere creativo.
Secondo la tua definizione, infatti, le opere di Michelangelo, realizzate con martello e scalpello, NON SONO OPERE perche' il martello e lo scalpello, per poter essere utilizzati, si devono tenere in un certo modo.
3) la parte creativa e' legata a COME affronti e risolvi il problema, usando SPECIFICI strumenti che sono, un questo caso, la programmazione ad oggetti piuttosto che la programmazione logica o funzionale. Usare un linguaggio di programmazione o un'altro ha la stessa valenza dell'usare il martello e lo scalpello di una marca o di un'altra.
NON E' come usi lo strumento, la parte creativa, ma CHE COSA CI SAI FARE sfruttando quello strumento.
4) il programmatorie di basso profilo (senza nessuna semantica dispregiativa!) non ha ancora tutte le competenze per affrontare i problemi in modo SIGNIFICAMENTE creativo: al momento e' limitato dalle regole imposte dall'architettura generale del sistema.
Potra' applicare maggior grado di creativita' quando sara' il responsabile dell'intera architettura.
Comunque, anche Michelangelo aveva i sui adepti che completavano l'opera dopo che lui ne aveva abbozzato la struttura generale.