Fabreath ha scritto:
che alcune pagano tutti i corsi.
e poi il dipendende dopo un paio d'anni (di corsi pagati) saluta e salpa verso altri lidi.
normalmente si presuppone GIA' di conoscere gli argomenti di cui ci si occupa (sennò perchè assumere) ?
tipicamente i corsi pagati sono relativi a sviluppi commerciali "strani" in ambiti mai prima visti, insomma come una sorta di "cavia" che si impratichisce di una certa tecnologia, per poi discutere col management se serve a far soldi oppure no.
E' anche vero che senior programmers/engineers devono tenersi aggiornati sulle novità presenti nel mercato, molte volte la scelta di un linguaggio/framework o altro possono risultare strategiche nello sviluppo di nuovi prodotti.
in realtà... praticamente no.
non si sviluppa mai, o praticamente mai, un prodotto da zero (uno degli errori classici dell'industria informatica).
capita, ed è capitato, che scelte del genere abbiano portato al fallimento di software house italiane di primaria importanza (in realtà acquistate più e più volte a prezzo sempre minore da altre aziende per acquisirne il parco-clienti) ed all'abbandono integrale di intere linee-prodotto (e migliaia di utenti).
il fatto quindi che qualche "bimbominkia" sostenga che so il framework X è fico, con Y si fa questo e quello, con il linguaggio Z si rivoluziona il mondo perchè si scrivono 19 righe di codice in meno... non fa spostare di un centimetro una politica aziendale, a meno che non sia fondata su un prodotto ultraobsoleto, mai portato "leggermente" verso il futuro.
Nell'industria del software, è bene ricordarlo, lo SCOPO è fare soldi, non fare prodotti più o meno validi.
Gli investimenti cumulati, poniamo di 10, o 20, o magari 30 anni, in sviluppi e DEBUG, possono essere facilmente di milioni a decine.
Per adottare la nuova "stihazzi.js", buttando via investimenti, expertise, sicurezza (cioè debug), parco partner, agenti e chi più ne ha ne metta, devono esseri cataclismi.
Altrimenti si finisce come una certa azienda odierna che, dopo aver acquistato da terzi un prodotto Java (per Macintosh), poi "esportato" al mondo PC, ha deciso di passare al mitico cloud, con un'applicazione web (fatta da altri ancora).
Risultato:
- non c'è l'importazione dell'archivio storico
- manca il componente più importante, è stata costretta a rilasciare un modulo-frankenstein Java, che fa esattamente quello che faceva il prodotto vecchio, praticamente nello stesso modo... peggio
- hanno costretto migliaia di clienti a migrare, a prezzi aumentati, con un servizio peggiore
- dovevano rilasciare il componente più importante nel mese di settembre (campagna di migrazione obbligata iniziata in maggio). siamo a natale e nulla si vede
- nel frattempo i clienti pagano le nuove licenze (cloud=abbonamento=$$$ per chi non conosce questi sinonimi) barcamenandosi nel prodotto immaturo e incompleto.
non faccio nomi, ma è un caso macroscopico (consiglio il mitico libro alla ricerca della stupidità, ormai vecchio ma sempre indispensabile )
... insomma... non è che l'industria informatica sia poi così banale. ha le complessità di un'industria, cui si somma quella (enorme) dei prodotti, e quasi sempre della concorrenza spietata, e dell'approssimazione e spesso dilettantismo, quando non malafede - vedi microsoft, vedi apple - con cui viene affrontata.