migliorabile ha scritto:
Comunque non sono convinto che, in generale, l'universita' italiana faccia cosi' schifo!
Ci sono le eccellenzie, ok, ci sono le schifezze, ok, ma in generale non la vedo cosi' nera.
Naturalmente evitiamo alla radice OT ed excursus inutili, che nessun apporto conferiscono ai dubbi dell'OP. Ci limitiamo invece a considerare che il "mio" (certo non solo del sottoscritto: si vedano gli illustrissimi nomi citati
supra e i molti altri che, pur pensando anche di peggio, "tengono famiglia" e pertanto pubblicamente tacciono o fanno diplomaticamente buon viso a cattivo gioco) punto di vista deriva dal possesso di una duplice, estesa matrice di valori di comparazione che sicuramente costituisce un background unico e diverso da quello di moltissimi interlocutori, una asimmetria informativa che ingenera una necessaria differenza di vedute.
La prima matrice di valori è quella dell'Università faticosamente "restaurata" tra i primissimi anni Ottanta e Novanta, comunque anteriormente alla fatidica data del 1993, dopo le assurdità pre- e soprattutto post- legge Codignola (promulgata nel 1969: parliamo quindi degli anni di esami di gruppo, diciotto "politico", assemblee, comitati, occupazioni, costante confusione tra diritto allo studio e diritto al pezzo di carta per chiunque...), che dista anni luce dai livelli medi dell'Università attuale. A maggior ragione parlando di Pisa.
La seconda matrice di valori è quella di alcune tra le migliori cinque-dieci (la classifica dipende solo dal colore delle fonti) Università del pianeta, che in vari momenti ed a vario titolo ho avuto l'opportunità e il merito di frequentare, e più in generale una profonda consapevolezza del livello qualitativo medio del sistema scolastico anglofono ovunque allocato, con i cui risultati sono costantemente in contatto come formatore.
Rispetto a tali due sistemi di riferimento, si può placidamente confermare quanto sopra asserito in merito alla qualità media del sistema, senza tema di smentite e anzi con ampissime conferme di osservatori ed operatori nazionali ed internazionali.
Bando agli OT, e tornando all'OP: non studierai mai a sufficienza. Cerca di assaggiare il maggior numero possibile di tematiche, fatti un'idea globale e indipendente che vada oltre le stupide mode accademiche del momento e i trend del mainstream, appassionati seriamente a qualcosa che pochissimi sanno fare e cerca di eccellere. Solo in tale modo riuscirai ad emergere e specializzarti, tracciando faticosamente una tua strada, che necessariamente passa anche per una specializzazione all'estero. Lascia perdere le certificazioni che hai elencato, sostanzialmente servono solo al "tecnico specializzato" del centro assistenza o al parastatale delle elefantiache softwarehouse gestionali per gli "scatti automatici" di carriera. Al momento opportuno ti troverai a fronteggiare vere esigenze di certificazione nei contesti più consoni.