Cybercrime e informatica forense

di il
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Cybercrime e informatica forense

Ciao ho trovato dopo la laurea questo master che mi interessa parecchio, qualcuno che lavora nel settore e mi sappia dare qualche info di +?
ovvero, oltre che nelle aziende c'è possibilità di impiego anche facendo una start-up, è un settore in crescita?
Anche se cmq preferieri essere assunta e stipendiata da un'azienda

9 Risposte

  • Re: Cybercrime e informatica forense

    Son 16 anni che.me ne.occupo domani se riesco scrivo la mia esperienza
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    Intendo come tempi sono un po' occupato a inizio settimana
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    +m+ ha scritto:


    son 16 anni che.me ne.occupo domani se riesco scrivo la mia esperienza
    ok non c'è fretta attendo
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    ultrasound91 ha scritto:


    Se ti piace questo ramo dell'informatica, puoi seguirlo sicuramente.
    Lascia perdere la parola start-up. Sia la possibilità di lavorare per una che di avviarla.
    Secondo me, per conto di un'azienda, il massimo che potresti fare è il recupero dei dati.
    Solitamente questo tipo di aziende ottengono delle commissioni da parte dello stato.
    Non credo sia facile essere assunti per questo compito, ma una volta entrati dovrebbe essere un buon lavoro, naturalmente sottopagato qui in Italia.
    come mai dici di lasciare perdere le start-up?
    In ogni caso l'Italia è relativa..io conosco il tedesco ho abitato in Germania e ho fatto due anni di scuola ,potrei sempre pensare a Monaco o Berlino però non mi piace questa cosa di dovermi sentire in obbligo di cambiare stato , se proprio sarà necessario.....
    Però preferirei "arrangiarmi" qua
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    ultrasound91 ha scritto:


    Ci sono due cose che non vanno bene in Italia:
    - Il sistema tributario
    - La mentalità degli imprenditori, che al posto di investire sulle buone menti preferiscono sfruttarle

    Hai detto che sei laureata in informatica e ti stai interessando al master.
    Se vuoi dimostrare di essere un professionista del settore, apri la partita IVA e regolarizzati come libero professionista.
    Verrai presa molto più seriamente da chiunque.
    Conosco persone che riescono a guadagnare 4000 € netti al mese, qui in Italia, perchè lavorano come collaboratori.

    Pensaci bene comuque.
    Lo Stato ha già un corpo, la polizia postale, che si occupa di cybercrimine.
    Alla polizia postale si accede tramite concorso, inoltre prima di entrare bisogna aver fatto un anno di VFP1.
    Lo stesso corpo quindi si occupa di tutto quello che è di loro competenza (truffe, furti di dati, furti di soldi sui conti correnti, danneggiamento di sistemi informatici).
    Da quanto ne so io, l'unico motivo per il quale lo stato debba rivolgersi ad un ente esterno è per il recupero dei dati cancellati.
    Non credo che nonostante il master, riceverai mai un incarico del tipo "incrociare una serie di indirizzi IP".
    no non sono laureata sono al primo anno però vorrei avere già qualche idea su cosa indirizzarmi....e questa cosa mi piaceva..peccato che tutte le cose interessanti sono sempre irrealizzabili in sto stato di ******
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    Bon scrivo a "tratti"
    1) informatica forense non significa essenzialmente nulla, in Italia.
    Iniziamo a distinguere tra civile e penale.

    Nel civile ci sono 2 figure:
    il CTU (consulente tecnico d'ufficio)
    i CTP (consulenti tecnici di parte)

    Normalmente c'è un CTU (possono essercene di più nel caso sia necessario avere competenze diverse, tipo un commercialista e un informatico per capirci), e N CTP (uno per ogni parte, o meglio tanti CTP per quanti CTU nominati per ogni parte).
    Non è detto che ci siano sempre (i CTP), è una facoltà, non un obbligo.

    Nel mondo "civile" (per chi non è addentro ricordo che "civile" significa SOLDI) gli aspetti giudiziari sono riferiti ad esempio a clonazioni di programmi (trafugamenti dei sorgenti), vizi e difetti del software (funziona male o diversamente da quanto pattuito etc), violazione di brevetti etc.

    Operativamente quando si fa causa a qualcuno (o si viene citati in giudizio) si espongo le proprie tesi (o meglio lo si fa attraverso il rispettivo avvocato).
    Il giudice può, in ogni momento (ma normalmente dopo che è stata esperita l'istruttoria, ovvero dopo la terza memoria 183, ma dipende dai casi) nominare un suo consulente (il CTU) che lo assista.

    Normalmente gli pone dei quesiti scritti che sono del tipo (per banalizzare)
    "dica il CTU se il programma X di tizio può essere ritenuto una creazione autonoma, oppure se ed in che misura è analogo al programma Y di caio.
    dica inoltre se è possibile stabilire quale dei due programmi è stato creato prima blablabla"

    Raramente (a me è capitato solo una volta) il Giudice partecipa in prima persona alle operazioni; quasi sempre (per non dire sempre) il CTU si reca presso le Parti per esaminare quello che c'è (programmi e così via).

    Nel momento in cui il CTU viene nominato le Parti possono nominare dei LORO consulenti tecnici (i CTP) i quali possono presenziare (insieme alle Parti ed ai rispettivi procuratori, cioè avvocati) alle operazioni, fare istanze, dare suggerimenti e così via.
    Il codice prevede (da qualche anno) che il CTU mandi una bozza della sua relazione ai CTP, i quali fanno le loro osservazioni, cui il CTU risponde per poi depositare in cancelleria (oggi per via telematica col PCT).


    In sostanza il CTU dirà qualcosa del tipo
    "dopo aver fatto queste e queste analisi, posso dire che il programma X in effetti è una "piratazione" del programma Y perchè questo e questo e questo"
    I CTP osserveranno qualcosa del tipo "il CTU si sbaglia perchè invece il programma X non somiglia affatto perchè e percome"
    Il CTU risponderà "quello che dicono i CTP è sbagliato perchè questo e questo"

    A quel punto il Giudice si legge la consulenza, poi decide se
    - chiamare a chiarimenti il CTU (cioè lo sente a voce, insieme ai CTP che possono presenziare)
    - chiede chiarimenti scritti (precisi il CTU perchè non ha ritenuto valide le osservazioni blablabla)
    - rinnova la CTU, cioè ne fa un'altra, anche a un professionista diverso
    - se ne frega, cioè motiva nella sentenza che in realtà il CTU non l'ha convinto
    - aderisce, cioè dice nella sentenza che la CTU è stata buona e giusta e che le conclusioni sono valide
    - ... qualsiasi combinazione lineare delle precedenti...

    Per fare il CTU bisogna ricevere la nomina dal Giudice, che può nominare esattamente chi vuole, anche il primo che passa per la strada, basta che lo motivi (tipicamente scrive "noto all'Ufficio").
    Più spesso sceglie da un elenco tenuto presso la cancelleria del tribunale (proprio un elenco di CTU), nominando a rotazione tutti o di nuovo chi vuole lui (dipende dalle direttive del presidente del tribunale. ci sono stati molti scandali per nomine sempre degli amici, quindi spesso oggi si va a rotazione brutale. questo fa sì che se ci sono 100 iscritti, poniamo, ricevano ciascuno 1 incarico all'anno, invece di darne 100 sempre allo stesso)

    Per iscriversi all'albo si fa la relativa domanda e si viene valutati da una commissione (tipicamente capita solo la prima volta, poi alle varie revisioni se non sei "morto" vieni automaticamente confermato)


    Dal punto di vista dei soldi il CTU (informatico stiamo parlando) viene pagato a vacazioni, cioè praticamente meno di una colf (è la verità).
    Questo fa sì che un incarico che ha durata tipica di 90-120 giorni massimo dà una parcella sui 2.300-3.500 euro (anche considerati aumenti per eventuali difficoltà etc)

    Sia che si tratti del ragionier ugo fantozzi che del preside della facoltà di informatica di harvard la parcella è sempre quella, non c'è differenza alcuna (o meglio può esserci ma fino a un 50%, cosa che mi è capitata una volta in 3 lustri)

    Invece i CTP si fanno pagare dalle parti quanto riescono (1.000, 2.000... 8.000... o più, dipende da quanto si è bravi)

    Più tardi il magico mondo del penale
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    +m+ ha scritto:


    Bon scrivo a "tratti"
    1) informatica forense non significa essenzialmente nulla, in Italia.
    Iniziamo a distinguere tra civile e penale.

    Nel civile ci sono 2 figure:
    il CTU (consulente tecnico d'ufficio)
    i CTP (consulenti tecnici di parte)

    Normalmente c'è un CTU (possono essercene di più nel caso sia necessario avere competenze diverse, tipo un commercialista e un informatico per capirci), e N CTP (uno per ogni parte, o meglio tanti CTP per quanti CTU nominati per ogni parte).
    Non è detto che ci siano sempre (i CTP), è una facoltà, non un obbligo.

    Nel mondo "civile" (per chi non è addentro ricordo che "civile" significa SOLDI) gli aspetti giudiziari sono riferiti ad esempio a clonazioni di programmi (trafugamenti dei sorgenti), vizi e difetti del software (funziona male o diversamente da quanto pattuito etc), violazione di brevetti etc.

    Operativamente quando si fa causa a qualcuno (o si viene citati in giudizio) si espongo le proprie tesi (o meglio lo si fa attraverso il rispettivo avvocato).
    Il giudice può, in ogni momento (ma normalmente dopo che è stata esperita l'istruttoria, ovvero dopo la terza memoria 183, ma dipende dai casi) nominare un suo consulente (il CTU) che lo assista.

    Normalmente gli pone dei quesiti scritti che sono del tipo (per banalizzare)
    "dica il CTU se il programma X di tizio può essere ritenuto una creazione autonoma, oppure se ed in che misura è analogo al programma Y di caio.
    dica inoltre se è possibile stabilire quale dei due programmi è stato creato prima blablabla"

    Raramente (a me è capitato solo una volta) il Giudice partecipa in prima persona alle operazioni; quasi sempre (per non dire sempre) il CTU si reca presso le Parti per esaminare quello che c'è (programmi e così via).

    Nel momento in cui il CTU viene nominato le Parti possono nominare dei LORO consulenti tecnici (i CTP) i quali possono presenziare (insieme alle Parti ed ai rispettivi procuratori, cioè avvocati) alle operazioni, fare istanze, dare suggerimenti e così via.
    Il codice prevede (da qualche anno) che il CTU mandi una bozza della sua relazione ai CTP, i quali fanno le loro osservazioni, cui il CTU risponde per poi depositare in cancelleria (oggi per via telematica col PCT).


    In sostanza il CTU dirà qualcosa del tipo
    "dopo aver fatto queste e queste analisi, posso dire che il programma X in effetti è una "piratazione" del programma Y perchè questo e questo e questo"
    I CTP osserveranno qualcosa del tipo "il CTU si sbaglia perchè invece il programma X non somiglia affatto perchè e percome"
    Il CTU risponderà "quello che dicono i CTP è sbagliato perchè questo e questo"

    A quel punto il Giudice si legge la consulenza, poi decide se
    - chiamare a chiarimenti il CTU (cioè lo sente a voce, insieme ai CTP che possono presenziare)
    - chiede chiarimenti scritti (precisi il CTU perchè non ha ritenuto valide le osservazioni blablabla)
    - rinnova la CTU, cioè ne fa un'altra, anche a un professionista diverso
    - se ne frega, cioè motiva nella sentenza che in realtà il CTU non l'ha convinto
    - aderisce, cioè dice nella sentenza che la CTU è stata buona e giusta e che le conclusioni sono valide
    - ... qualsiasi combinazione lineare delle precedenti...

    Per fare il CTU bisogna ricevere la nomina dal Giudice, che può nominare esattamente chi vuole, anche il primo che passa per la strada, basta che lo motivi (tipicamente scrive "noto all'Ufficio").
    Più spesso sceglie da un elenco tenuto presso la cancelleria del tribunale (proprio un elenco di CTU), nominando a rotazione tutti o di nuovo chi vuole lui (dipende dalle direttive del presidente del tribunale. ci sono stati molti scandali per nomine sempre degli amici, quindi spesso oggi si va a rotazione brutale. questo fa sì che se ci sono 100 iscritti, poniamo, ricevano ciascuno 1 incarico all'anno, invece di darne 100 sempre allo stesso)

    Per iscriversi all'albo si fa la relativa domanda e si viene valutati da una commissione (tipicamente capita solo la prima volta, poi alle varie revisioni se non sei "morto" vieni automaticamente confermato)


    Dal punto di vista dei soldi il CTU (informatico stiamo parlando) viene pagato a vacazioni, cioè praticamente meno di una colf (è la verità).
    Questo fa sì che un incarico che ha durata tipica di 90-120 giorni massimo dà una parcella sui 2.300-3.500 euro (anche considerati aumenti per eventuali difficoltà etc)

    Sia che si tratti del ragionier ugo fantozzi che del preside della facoltà di informatica di harvard la parcella è sempre quella, non c'è differenza alcuna (o meglio può esserci ma fino a un 50%, cosa che mi è capitata una volta in 3 lustri)

    Invece i CTP si fanno pagare dalle parti quanto riescono (1.000, 2.000... 8.000... o più, dipende da quanto si è bravi)

    Più tardi il magico mondo del penale
    wow! entusiasmante ahhaah
    ok ho capito lasciamo perdere....allora vi pongo un'altra domanda, ma secondo voi qual'è la specializzazione che va per la maggiore? Quella che da maggiori opportunità di lavoro?
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    Fare le piade
    e lo dico senza ironia
  • Re: Cybercrime e informatica forense

    +m+ ha scritto:


    fare le piade
    e lo dico senza ironia
    ok è una missione suicida !ahaha cosa fa fare la passione...grazie cmq per le info
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