migliorabile ha scritto:
MAW, tu sei un caso anomalo:
secondo la mentalita' corrente, hai sprecato 3/4(/5/6 ???) anni in Dottorato e PostDoc, invece di andare a guadagnarti la pagnotta fin da subito perche' laureato e assolutamente incompetente rispetto a un diplomato con 3/4(/5/6) anni di esperienza in piu'
E sei andato a fare cose assolutamente inutili
A proposito di capacità dei neodiplomati, io ho avuto la "fortuna" anagrafica di vivere appieno la grande rivoluzione dei personal computer fin dai suoi albori, in un'epoca in cui perfino a livello accademico scarseggiavano competenze come la programmazione Assembly su Z80 o x86. Inoltre, fin dai 14 anni, invece di bighellonare perdendo pomeriggi al bar o prendendo a pedate dei palloni, frequentavo corsi serali intensivi pluriennali presso un Centro di Formazione Professionale su temi all'epoca futuribili: informatica, automazione, elettronica... Così, a 18 anni, al termine del Liceo Scientifico (che peraltro in una delle tante sperimentazioni offriva già dal biennio corsi di fisica, chimica, biologia e informatica), possedevo già competenze applicative in campo informatico che mettevano alla gogna intere legioni di canuti ingegneri e periti.
Inutile rimarcare che oggi i diplomati (e gli stessi laureati) sono anni luce indietro rispetto a quei livelli, ma il fatto gravissimo è che
non sanno di non sapere.
Comunque sia, per entrare a lavorare nella "bottega" che mi ha assunto il PhD è il minimo pezzo di carta richiesto ufficialmente da metà anni Ottanta - prima si accontentavano anche di un Master, e in via eccezionale di una semplice laurea scientifica vecchio ordinamento, diciamo nell'era pionieristica, fino a fine anni Settanta. Dopo avere superato esami di selezione che hanno richiesto circa sei mesi, ho avuto l'onore di essere uno degli otto selezionati tra oltre mille partecipanti. Ma questo è stato solo l'inizio, perché dopo ho dovuto superare quattro anni di corsi interni (nei quali, ebbene sì, si può sempre essere "bocciati" e destinati ad altri incarichi, nonostante la selezione iniziale) prima di metter mano a progetti del real world. Il tutto per fare, come giustamente sottolinei, cose "assolutamente inutili": perché non prevedono l'uso di tecnologie alla moda, java, multitier, database relazionali, web, eccetera...
Per il resto, suggerisco di leggere con attenzione
questo post, ad esempio. Nel mio mestiere non basta certo far bene una volta, all'inizio, da giovani e freschi di studi...
Tutto ciò ovviamente non ha alcuna motivazione di assurdo vanto personale, perché il sottoscritto - seppure parte di una ristretta elite - è comunque un professionista tra gli altri: primus inter pares. Si vuole invece sottolineare che certi "mondi" semplicemente iniziano laddove gli orizzonti delle masse finiscono... e che il lavoro dei progettisti di grandi sistemi embedded critici è estremamente diverso dalla percezione che ne ha la schiacciante maggioranza degli "addetti ai lavori" ICT, inclusi quelli che hanno qualche barlume d'esperienza nei settori di base dell'automazione e del controllo e che generalmente pensano che il tutto si riduca a programmare qualche FPGA in VHDL o usare il solito Matlab con qualche package per simulare e generare il codice di controllo destinato a qualche DSP o SoC. Diciamo solo che al posto di "qualche FPGA" ci sono due o trecento MCU e SoC, spesso totalmente custom (progettate e convalidate a monte), e che invece del banale applicativo per PC c'è un apposito cluster di mainframe (es. IBM Z10 e Z13, ma anche macchine e architetture totalmente proprietarie dalle viti al SO, dal silicio alle applicazioni) programmato rigorosamente inhouse che di volta in volta simula in tempo reale l'intero sistema, inclusa tutta la fisica-chimica, dopo avere convalidato la specifica formale e l'interpretazione astratta di tutto il codice coinvolto (qualche MLOC come ordine di grandezza), generando i necessari certificati convalidati poi da enti terzi...