Ciao Raam
Capisco bene la tua situazione perchè è la stessa in cui mi sono trovato io all'inizio della carriera: abitavo in un paesino disperso, lavoravo per un'azienda piccola a diversi KM di distanza, ...
Il mio consiglio è quello dato da altri, ovvero di rimanere dove sei per almeno uno o due anni. Nel mentre cerca di dimostrare il tuo valore, cercando di farti coinvolgere in lavori/progetti più importanti e interessanti.
Tieni inoltre presente che:
- Spesso i neo assunti seguono lavori semplici e che nessuno vuole fare. In questo caso il cambiamento non porta alcun vantaggio
- Se anche oggi trovassi aziende che lavorano con tecnologie più moderne, nel giro di qualche anno saranno obsolete. Per mia esperienza, le aziende che riscrivono continuamente il codice per stare al passo con le mode sono pochissime.
- Nelle piccole aziende spesso il lavoro è più interessante/vario rispetto alle grandi. Infatti nelle piccole aziende spesso il programmatore fa un po' di tutto (analista funzionale, analista tecnico, architetto, sviluppatore, ...). Nelle grandi aziende spesso c'è una figura specializzata per ciascun ruolo
Ovviamente è una scelta che devi fare tu, mixando gli obbiettivi di lavoro con quelli di vita. Per cui se nella vita vuoi trasferirti all'estero perchè non ti piace la vita in Italia, allora è un'esperienza che devi fare, a prescindere dall'ambiente di lavoro in cui ti trovi.
Se invece vuoi trasferirti all'estero perchè ritieni che il lavoro sia più interessante, sappi che non è la nazionalità che fa la differenza, ma solo la ditta e il settore per cui lavora. Andare all'estero spesso ha più controindicazioni che vantaggi, quindi ti consiglio di pensarci bene prima di prenderla come scelta definitiva. Ho diversi amici che sono andati all'estero perchè in Italia va tutto storto, poi nel giro di 5 anni sono tornati perchè all'estero non riuscivano ad integrarsi (sanità più scadente, rapporti umani diversi, contratti di lavoro diversi, ...)