05/04/2024 - oregon ha scritto:
Una persona avanti con l'età, autodidatta che parte da zero, assunta e messa subito a scrivere codice, non può non influire negativamente sulla qualità del codice prodotto.
Neanche una persona “indietro con l'età” può essere messa a scrivere codice: deve essere un minimo formata, se non sul linguaggio o i framework, sui software che si producono, sulle modalità con cui il team porta avanti le attività, su come è organizzata la codebase, sugli standard di codifica interni e sulla pipeline in generale (strumenti, automazioni, metodologie, ecc.) che l'azienda adotta per produrre il software.
Una formazione iniziale è imprescindibile, ma lo è tanto come il 50enne come per il 20enne.
05/04/2024 - oregon ha scritto:
È inevitabile, lo studio e soprattutto l'esperienza sono fondamentali.
Lo studio è inevitabile, ma fa parte di un percorso ed è un'attività continuativa: fatta una formazione iniziale, è possibile iniziare a lavorare e nel contempo continuare a formarsi, in quanto lo studio non è un processo di cui si attende la fine prima di poter iniziare a fare qualcosa che abbia valore, altrimenti nessuno inizierebbe mai a scrivere software.
Io ho iniziato a sviluppare per lavoro nel 1997, le mie conoscenze di oggi non sono certo quelle del 1997, ma grazie ai team che mi hanno formato da allora mi sono “evoluto” professionalmente, ma ciò non vuol dire che il software che scrivevo nel 1997 non fosse adeguato ai tempi o non funzionante, o di qualità bassa.
Certo, il tempo e l'esperienza sono fondamentali per alzare il livello, ma non sono imprescindibili per poter iniziare dopo una formazione iniziale il cui tempo varia a seconda dell'attività da svolgere, che è ovviamente commisurata all'esperienza ed è anche legato a ciò che si vuole diventare.
Di nuovo, se a 45 anni pretendi di fare in 5 anni l'esperienza che una persona di 20 ha costruito in 30 anni di cose viste, posso confermare la tesi che ciò sia abbastanza improbabile da ottenere.
Ciò nonostante, con una formazione iniziale, a 45 anni 1) puoi fare lo sviluppatore, 2) puoi scrivere codice decoroso, 3) puoi produrre software e generare valore (inteso come un benefit per il cliente finale o per il tuo datore di lavoro, non inteso solo come “fatturare”).
05/04/2024 - oregon ha scritto:
Non l'età ad essere un problema, ma chi inizia da zero, da autodidatta con zero esperienza. Questo è il caso e l'esperienza la accumula quando ha 4 o 5 anni di lavoro, quindi verso i 50 anni, non appena assunto.
Che ciascuno produca efficacemente in base alla propria esperienza è innegabile, e che chi inizia da zero con zero esperienza, sicuramente fatica di più rispetto ad altri. Posto che 4-5 anni di lavoro siano sufficienti a giudicare una esperienza “sufficiente”, non significa che il periodo che precede (da 0 ai 4 anni) si debba essere necessariamente improduttivi.
Ribadisco il concetto: se non improbabile è chiaro quanto sia impossibile che a 45 anni di possa diventare maglia rosa del ciclismo, chef stellato, tennista a Wimbledon, DJ campione DMC e chi più ne ha più ne metta, ma ciò non impedisce di diventare ciclista professionista, cuoco di talento, tennista capace, DJ resident, con il dovuto periodo di formazione e di esercizio iniziali che sono imprescindibili.
Il problema della formazione è legato al tempo necessario per farla, non all'età anagrafica di quando inizi, con un aiuto (o un ostacolo) determinato dalla propria storia pregressa e dalle attitudini: una persona attempata ha sicuramente un tempo limitato se vuole intraprendere una carriera competitiva perché richiede più anni per maturare il livello necessario, ma non ha bisogno di così tanto tempo per essere produttivo. E non è scontato che produca software di qualità bassa (anche se le probabilità possono essere comprensibilmente maggiori).
Tutto sta alla persona, per aspetti non legati all'età anagrafica.
05/04/2024 - oregon ha scritto:
Così si fa passare che uno si sveglia a 50 anni, decide di guardare qualcosa su uoutube, diventa programmatore, lo assumono e produce codice di qualità. Ma davvero?
Penso di aver motivato a sufficienza per far capire che non è assolutamente questo il messaggio che voglio far passare, che è una generalizzazione e al contempo una banalizzazione, ma lo è tanto quanto il dire che - al contrario - se non ti chiudi in casa, non ringiovanisci pure, non ti sommergi di libri lasciando perdere qualunque cosa tu possa vedere di interessante su YouTube perché ogni cosa che ci si trova è discutibile (ci pubblico roba, quindi mi sento pure chiamato in causa), allora non potrai mai essere in grado di scrivere codice che abbia una qualsivoglia parvenza di qualità vendibile.
Due estremizzazioni opposte di un discorso che ha diverse sfumature e che, pertanto, sono entrambi non validi, a mio avviso.
Qui però si lascia intendere che una delle estremizzazioni sia in realtà valida e applicabile, e che qualunque caso in controtendenza sia sostanzialmente impossibile, unico o un “bluff”, cioè che non possa essere un caso di successo, mentre si va poi a estremizzare nel contempo la posizione di chi come me ci mette un enorme “dipende”.