LetMeCreate ha scritto:
Converrete con me sul fatto che, per diversi motivi che non sto qui a spiegarvi, ho scelto un indirizzo di studi probabilmente poco consono a queste attitudini. Ora il problema è che non so cosa devo fare per far coincidere questa mia passione con i miei studi: ormai sono al quarto anno di liceo classico ed è troppo tardi per cambiare indirizzo, quindi devo aspettare che finisca le superiori per cambiare i miei studi;
dopo molti anni di osservazioni e constatazioni personali, posso dirti con certezza che l'indirizzo di studi che prediligi per le scuole superiori ha un'influenza abbastanza scarsa sul profitto con cui si affronta l'università: contano molto (ma molto) di più il metodo di studio maturato, la capacità di analisi e critica, la costanza e la dedizione. Il vantaggio che può darti l'aver frequentato un istituto tecnico/industriale nell'affrontare i primi tempi di un corso di studi accademido di informatica (o affini) è ben poca cosa rispetto alle capacità logico-deduttive e alle qualità che elencavo prima che anche (e spesso soprattutto) un liceo può conferirti: il "gap" iniziale puoi colmarlo in pochissimo tempo se sei diligente, mentre tutto il resto potresti non riuscire ad ottenerlo mai se non lo hai fatto durante gli studi di scuola superiore. Conosco più di un diplomato di liceo classico che ho visto eccellere in materie scientifiche in ambito accademico prima e professionale poi (in ogni epoca), così come molti studenti di istituti tecnici che hanno abbandonato l'università poco dopo averla iniziata o che l'hanno conclusa con scarso profitto.
LetMeCreate ha scritto:
ora pensando all'università sono indeciso riguardo la scelta che dovrà essere quanto più possibile consona alle mie attitudini: non so se scegliere una facoltà di Ingegneria informatica o informatica.
Credo che la seconda sia più vicina al mondo della programmazione e quindi più vicina "al mio mondo" ma al tempo stesso ho paura che questa non mi offra le stesse possibilità lavorative che magari potrebbe offrirmi il solo titolo di "ingegnere"
la "titolite" di cui sono ammalati alcuni ambienti produttivi, almeno in Italia, spesso si fa sentire, pertanto è vero che in alcuni contesti il titolo di "ingegnere" (o anche solo di "dottore in ingegneria") può essere maggiormente gradito, ma è tutto assolutamente relativo e non è affatto una legge generale: in molti contesti (specialmente in quelli più sani, che poi sono quelli che dovrai cercare) si bada alle reali competenze del candidato lavoratore, spesso accertate con adeguati colloqui ed esami tecnici (anche più di uno) e non già al titolo o, peggio ancora, al blasone dell'ateneo di provenienza, che è ormai un criterio di valutazione che emana un tanfo da Ancien Regime che dovrebbe far stare lontano qualunque professionista serio, ma anche semplicemente qualsiasi persona con un minimo di amor proprio.
In merito ai contenuti specifici dei due percorsi formativi, una facoltà di ingegneria informatica, specialmente nei primi 3 anni, mira a dotare lo studente di tutto l'insieme delle competenze tipiche di un ingegnere, specialmente in fisica e matematica, indipendentemente dall'indirizzo specifico, affiancando quest'ultimo ad un'infarinatura generale delle varie branche dell'informatica (programmazione, database, reti, sistemi operativi), generalmente con attenzione maggiore agli aspetti di basso livello della Scienza, quindi all'hardware e all'elettronica. Un corso di laurea in informatica pura si pone (o almeno, dovrebbe porsi) generalmente come indirizzo scientifico, quindi ancora una volta con un'offerta formativa solida in termini di cultura matematica ma meno orientata al basso livello e più spiccatatamente "astratta", con attenzione particolare agli aspetti teorici della Scienza (teoria della calcolabilità, complessità computazionale, algoritmi, calcolo numerico e matematica applicata), generalmente accompagnati da una componente applicativa (in lezioni di "laboratorio") che si avvale di tecnologie software, piattaforme e linguaggi di programmazione per consentire allo studente di maturare esperienza pratica.
Vanno comunque valutati gli specifici piani di studi di ciascuna facoltà: sebbene la tendenza generale sia questa, non è raro osservare oscillazioni in un senso o nell'altro a seconda dell'ateneo di turno. Non va poi trascurata la qualità dell'offerta formativa: una facoltà di informatica di una certa università può essere ben più scadente (per didattica, strutture o altro) di una di ingegneria informatica di un altro ateneo, o viceversa. Dovrai valutare con attenzione anche e soprattutto questo.
LetMeCreate ha scritto:
senza mettere in conto poi le opinioni di tutti i familiari e degli amici che dicono "Hai fatto il liceo classico, ti sei fatto un cuore così per poi ridurti a fare informatica" e questa è una cosa che mi fa imbestialire ed al tempo stesso mi fa stare molto male perché, al contrario di tutti quelli che considerano l'informatica una cosa di poco conto, "di poco spessore" (così mi hanno detto per convincermi a fare ingegneria, solo perché è più altisonante) io credo davvero in questo mondo .
si tratta chiaramente di considerazioni che, quando fatte in buona fede, sono elucubrate da persone che non hanno la minima idea di cosa sia l'Informatica e che, tuttavia, non riescono ad astenersi dal benedetto vizio di dare consigli anche in materia di argomenti che non conoscono affatto. L'esperienza pratica e quotidiana suggerisce loro che l'Informatica sia banalmente "il mestiere del tizio del computer", ovvero dello smanettone o del tecnico (non necessariamente qualificato) di turno che si occupa di riparare PC, togliere questo o quel malware, installare la stampante o configurare il router: è evidente che si tratta di una concezione non riduttiva, ma totalmente errata, che fa rivoltare nella tomba personaggi del calibro di Shannon e Turing, grosso modo come considerare la matematica "quello che fa il cassiere in salumeria". L'Informatica, almeno nella sua veste moderna, è una Scienza a tutti gli effetti, senza assolutamente nulla da invidiare alla matematica o alla fisica (se non le origini antiche, ammesso che sia un fattore da "invidiare") e con una propria dignità, tutt'altro che semplice da studiare e da padroneggiare. Il fatto che molti, pur avendo studiato nel ramo, si limitino poi a mestieri e professioni poco qualificati, non dice certamente nulla sulla scienza in sé: per riprendere il paragone di sopra, nulla mi vieta di fare il cassiere in salumeria dopo essermi laureato in matematica.
Devi assolutamente ignorare certe idee, erronee e retrograde, specialmente quando corrono il rischio di plasmare in maniera indelebile il tuo futuro.
LetMeCreate ha scritto:
Cosa mi consigliate di fare? Scusate per lo sfogo ma sono letteralmente in preda ad una crisi esistenziale dettata dalla paura di aver sbagliato tutto e soprattutto di non riuscire a fare ciò che mi interessa e che mi fa star bene. Vi ringrazio in anticipo per le eventuali risposte: potreste aiutarmi anche raccontando esperienze personali, mi farebbe piacere !
come già detto, l'aver scelto il liceo classico non ti penalizza praticamente per niente, ammesso che tu abbia studiato con profitto e che non abbia trascurato (per colpa tua o di altri) lo studio della matematica, dato che le lacune in materia sono molto difficili da recuperare (se sei in questa situazione, recupera finché sei in tempo). Ti renderai conto che saranno altre le risorse di cui avrai bisogno, e la conoscenza in partenza di qualche riga di C o di Pascal non ti penalizzerà per più di un mese o due, un tempo davvero irrisorio se rapportato agli anni che servono per conseguire una laurea, almeno triennale.
Segui le tue passioni, la tua vocazione e il tuo istinto. Quando sei dinanzi a due strade diverse da percorrere e la ragione non ti aiuta a scegliere in maniera definitiva quale sia la migliore (perché non è detto che esista), lascia che sia il tuo
esprit de finesse a guidarti.