36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

di il
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36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

Ho 36 anni,
laurea in lingue orientali, mastico giapponese e inglese, il cinese una chiacchierata me la faccio ma non a livelli professionali.
Dopo dieci anni in Asia sono costretto a tornare in Italia.

Faccio il tornitore/fresatore in una piccola ditta grazie al mio diploma di perito meccanico.
Di altro non c'era e con moglie e prole a carico dovevo darmi una mossa col primo lavoro che trovavo.

In Cina dopo 3 anni come e-commerce specialist ho imparato qualche base di html,
quel che basta per fare delle newsletter e localizzare pezzi di sito.
Ora... un'amica programmatrice mi ha consigliato di specializzarmi in magento,
che in Italia è richiesto, così da rimettermi in gioco nel mondo dell'e-commmerce.
Ma qui scatta l'inghippo... pare che bisogna per forza conoscere php e mySQL.

Sono molto frustrato... ho voglia di imparare ma anche ho paura di perdere tempo e soldi,
comunque mettersi a fare dei codici dopo otto ore filate di fabbrica non è un passatempo.
Ma se non faccio così... la mia esperienza lavorativa all'estero è troppo lontana.
Lavoravo anche su una backend proprietaria, quindi saprei come muovermi in quella posizione ma per il mercato del lavoro qua sono irrilevante:
DEVO aggiornarmi o continuerò a fare un lavoro che non mi sta insegnando nulla e tra dieci anni non mi permetterà più di mantenere la mia famiglia.
E ...no, per chi vive a Milano o nelle grandi città con le lingue orientali si fa molto, ma chi è vive in provincia come me... niente di niente pare.
Qualche consiglio? Sono abbastanza disperato ma ho bisogno di risposte fuori dai denti.

Signori e signore, grazie.

Con le mani nei capelli (i pochi rimasti),

mekkis

5 Risposte

  • Re: 36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

    La risposta più razionale è cercare una ditta metalmeccani con rapporti con la Cina.
    Sono poche, ma qualcuna c'è, soprattutto nell'ambito della produzione di macchine.
    Col Giappone non so, l'unica mai conosciuta era un importatore di macchine per il movimento terra.

    Lato ecommerce oltre a magento c'è prestashop più funzioni a lato.
    ad esempio potresti studiare un pochino newsletter, quindi phplist, mailchimp, sendinblue cercando di passare da fresatrice a ufficio marketing (lavoro molto più leggero).

    Puoi anche sentire una delle organizzazioni confindustriali locali, magari ti dicono chi si occupa di Cina e Giappone nel tuo territorio.
    io proverei
  • Re: 36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

    Quello che ti consiglierei, che poi è più o meno quello che ti ha consigliato +m2+, è:
    Più che imparare a programmare, dovresti valorizzare le competenze che già hai, quindi le skills sulle lingue asiatiche.
    Sicuramente, se cerchi ci sarà sicuramente qualche agenzia o azienda che cerca qualcuno per tenere i rapporti con i paesi asiatici.
    poi, se proprio non ti interessa, potresti specializzarti nella creazioni di newsletter e dem, che lascia fare, vedo fin troppo spesso mail fatte da cani
  • Re: 36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

    Grazie!

    Cercherò ancora nel settore marketing, speriamo di scapparci fuori con un po' di ripasso di html.. grazie!
  • Re: 36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

    Io terrei cara la figura di tornitore/fresatore, non se ne trovano più facilmente, soprattutto giovani.
    Inoltre tante aziende di "meccanica" che vendono e forniscono assistenza ai propri macchinari..... li producono in Cina.

    Tutti vogliono fare i programmatori, specie negli ultimi anni.
    Ho la sensazione che tra qualche anno ce ne saranno troppi "in fascia media", sbilanciando il rapporto domanda-offerta con ovvie ripercussioni.

    Come la pensate su questo fronte?
  • Re: 36 anni: da linguista a meccanico a programmatore

    Toki ha scritto:


    Tutti vogliono fare i programmatori, specie negli ultimi anni.
    Ho la sensazione che tra qualche anno ce ne saranno troppi "in fascia media", sbilanciando il rapporto domanda-offerta con ovvie ripercussioni.

    Come la pensate su questo fronte?
    La situazione è drammatica già da un bel po'. l'Italia è un paese del terzo mondo per quanto riguarda l'informatica.
    Il programmatore è visto come un lavoro modesto, una specie di operaio da ufficio che fa cose semplici e non fatica mai. La maggior parte viene appunto inquadrata come metalmeccanico, con livelli e stipendi medi bassi - poco di più di una segretaria.
    La gente non ha problemi a chiamare l'elettricista se ha un guasto all'impianto elettrico o l'idraulico per le tubature, e spende bei quattrini, ma se ha un problema di varia natura sul PC preferisce sbraitare anziché pagare un esperto per risolverlo.
    La maggior parte delle aziende non dà importanza alla qualità del lavoro svolto: ritiene i programmatori delle pedine intercambiabili, e infatti preferiscono rivolgersi ad aziende di consulenza e somministrazione, invece di pagare bene, formare e tenersi in casa il personale capace.

    La situazione non può che peggiorare con l'aumento dell'offerta. Io consiglio ai giovani di andare all'estero, oppure di cercarsi un settore di nicchia se vogliono rimanere qui o non possono andarsene.
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