Se puoi fare l'esame fra un mese, non andare domani. Se invece vai domani, ti devi accontentare con ciò che hai fatto finora, e non mi sembra cattivo.
E' chiaro che non puoi produrre software perfettamente funzionante dopo pochi mesi di studio, e nessuno lo pretende. Ma se ti senti insicura è meglio che aspetti. Inutile cercare ora cosa non va, meglio che ti fermi e fai qualcosa soltanto per te stessa.
Non conta assolutamente la velocità di consegna, è una fase che dovrai affrontare da prof quando hai un'esperienza lavorativa di almeno 7 anni, non ora. E non hai sbagliato scuola, ma ti sei messa soltanto tanta fretta dove ci vuole più tempo. Sì, può essere che qualcuno è riuscito a farlo, ma non ha avuto un minuto di tempo per sé durante le feste, e probabilmente ha qualcuno che gli detta il codice, più o meno.
Quindi cerca prima di rilassarti e vederlo da un punto di vista più professionale. Il ché significa che nessun programmatore riesce a far funzionare un programma al primo colpo. Questo è la regola. E trovare gli errori è più facile quando non preme il tempo.
Certo, le scuole e i programmi scolastici sono troppo pieni e non lasciano un momento di respiro, e chi scrive questi programmi, non si ricorda più delle difficoltà che ha avuti, e soprattutto se ne frega delle altre qualità che sono però molto più importanti: fantasia, intuizione, costanza. E secondo me hai tutte queste capacità in abbondanza, ma non riesci far spazio per la razionalità, logica e velocità. Niente di male, credimi, molte volte, anzi sempre, si risolvono i *veri* problemi con fantasia ed intuizione, e la costanza aiuta in modo esponenziale di tradurre il pensiero astratto in qualcosa che comprende il processore, una macchina.
La bravura non è mai misurato in numero di byte al secondo, ma nella soluzione più geniale. I programmatori più ricercati stanno anche giornate intere su una sola riga di codice, e nessuno dirà a loro: sbrigati che fa tardi. No, diranno, fra sé e sé: mi costa un occhio alla testa, ma dopo ho qualcosa che nessuno possiede. E intanto lo coccolano con ogni mezzo, per farlo stare a suo agio: uffici spaziosi, musica a tutto volume, aggeggi tecnici super-duper, gente che passa per portare il caffé, e che li portano dove vogliono, senza disturbarsi minimamente del fatto che guardano più che altro nel vuoto e vedono solo marginalmente cosa succede attorno, perché ovunque vanno, portano con loro il problema da risolvere.
E quando ce l'hanno fatto, fanno la danza della pioggia in ufficio, corrono su e giù le scale, annoiano i loro capi con le spiegazioni dettagliate come hanno fatto, e cosa si può realizzare.
Programmare è un'arte, e come artista principiante non devi farti fare paura da nessuno, ok?
Giovanni
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