wrugg25 ha scritto:
migliorabile ha scritto:
(*)Tanto per capirci: io ho iniziato, a 12 anni, con il Visual Basic (al tempo non ancora "net-tizzato"), ...
Non sapevo che si giocava a chi ha più cicatrici
Abbiamo un inizio in comune, io però non visual. Il mio era un basic di un olivetti P6060, che assomigliava più ad una grossa macchina da scrivere che a un calcolatore (si chiamavano così). Nell’istituto dove preparavo la tesi c’era poi un HP, che non aveva neanche un linguaggio di programmazione se non il suo assembler, gestiva tutto in pochi kb, comuni a programma e dati.
I programmi tecnici si facevano in fortran, il 77 era l’ultimo grido, ed avevo una copia delle Numerical Recipies in Fortran, penso le prime pubblicate, i programmi amministrativi erano in pascal (delphi era lungi da venire) o in cobol, ma chi se lo fila più?. A breve nascevano i primi calcolatori da ufficio, avevano un sistema operativo che si chiamava CP/M e si programmavano in basic, erano i tempi in cui era uscito l’apple 2e, rivoluzionario, il suo sistema operativo si chiamava “monitor”, e disponevo del suo sorgente in assembler. Le macchine apple al tempo erano “aperte”, il contrario di quanto lo siano adesso. I programmi si scrivevano in applesoft, ancora una sorta basic. E poi i primi PC e ms/dos (che era compatibile con il cp/m,).
La borland distribuiva un turbopascal e aveva in catalogo anche un turbobasic, che, per l’epoca, era rivoluzionario, essendo un basic compilato, ma non ebbe gran successo, si preferiva qbasic. Acquistai il primo libro di K&R che mi parlava di unix (misterioso sistema operativo) e poi lo Straustrup acquistato in una edicola alla stazione di milano.
Un giorno mosè si sedette nell’aula di rabbi akiva e ascoltò una delle sue lezioni, ma non ne capì nulla. Un alunno chiese a rabbi akiva: “Ma da dove viene tutta questa sapienza?”, e rabbi akiva rispose “da quanto ci ha trasmesso mosè”.
L’aneddoto è più complesso, lo potete trovare nel talmud, ma sta a significare che la sapienza di oggi si basa su un processo di crescita del sapere ed è con questa sapienza che noi dobbiamo confrontarci.
Quando studiavo il c++ e la standard library non esisteva, o meglio, io non ne conoscevo l’esistenza, scrissi diverse utiliy, una classe string, una hash, una sort, una vector, una matrix.
Ci persi tantissimo tempo e fu un dispiacere per me sostituirle con le corrispondenti std (in realtà la classe matrix l’ho utilizzata di recente per fare il prodotto tra due matrici).
Ma oggi sono ben felice di poter scrivere un programma c++ concentrandomi solo sul suo scopo e non sui dettagli implementativi.
Con la “sapienza” di oggi utilizzando gli ultimi standard c++11 e c++14 si può scrivere un programma c++ in cui non più il programmatore ma la macchina si fa carico della gestione delle risorse, cosa che non è possibile con il C.
Le tue argomentazioni sono sicuramente valide ma io rimango ancora della mia opinione e se uno deve scegliere tra imparare il C o il C++, l’opzione del c++ deve imprescindibilmente essere tenuta in conto.